TESORI PERDUTI, DA RITROVARE
Un paradiso di sacro e di grande bellezza, di Mazara, le chiese Santa Veneranda, San Vito in urbe, San Nicola, Sant’Agostino rimangono chiese invisitabili perché chiuse. Luoghi di fede e di ricerca del sacro, sono valori profondi di identità e di civiltà mazarese Costituiscono parte della città scollegata dal passato e dal futuro, un tesoro perduto. Una sconfitta non semplicemente artistica culturale ma religiosa,sentimentale,economica, turistica. Il cuore e la mente chiedono di ritrovare questa armonia di fede e di bellezza architettonica e artistica. E l’appello, o meglio il grido di allarme lanciato dal fondatore e presidente dell’istituto di ricerca Il Duemila, l’avvocato Nicolò Vella . Per cambiare questa parte di città scollegata dal passato e dal futuro, bisogna progettare il futuro con la memoria del passato. E formula la proposta di una “contratto di accordo ” tra il Comune e Vescovato per l’apertura delle chiese antiche chiuse con affidamento per la tutela e la visitabilità ad un ente di volontariato o ad una starput. L’onere della spesa dell’accordo a carico dell’Ente locale, per la vigilanza,assicurazione,energia elettrica e pulizia . Tramite le visite alle chiese, aperte tutto il giorno e nella prima serata Mazara riacquista un patrimonio perduto di grande bellezza e da nuovo slancio al turismo. Con respiro internazionale ed l’evoluzione della tecnologia, il progetto del Duemila, prevede l’uso temporaneo di un supporto mobile digitale in lingua inglese,francese,tedesco,spagnolo ai visitatori, per scoprire i dettagli di statue,dipinti ,quadri. L’uso consente cosi un autofinanziamento di gestione e restauro possibile. L’obbiettivo principale per Mazara è progettare il futuro con memoria del passato , per rilanciare la crescita culturale, sociale, economica turistica ed assicurare il benessere e nuove occupazione giovanile.
comunicato stampa