Ascoltare periodicamente le dichiarazioni di consiglieri comunali, i comunicati televisivi e giornalistici di taluni che reclamano maggiore tutela per l’area naturale protetta di Capo Feto, che reclamano l’istituzione del vincolo di riserva naturale oltre ai vincoli già stringenti di Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e di Zona di Protezione Speciale (ZPS), crea sgomento in chi si spende realmente affinché la palude sia classificata vera riserva naturale.
Se la maggiore tutela, se il riconoscimento di riserva presuppongono, come sembra di cogliere dai comunicati, la semplice rimozione dei rifiuti per rendere più accogliente l’area agli umani e l’ufficializzazione: della balneazione, della scuola di kitesurf, del cosiddetto turismo lento, del ciclocross, della terribile pratica del motocross, dei fuoristrada 4X4 sulle dune, non è questo che bisogna chiedere.
Agli Uffici regionali preposti andrebbero, più semplicemente, chieste le autorizzazioni per l’esercizio di dette attività. Autorizzazioni che, in presenza delle moderne leggi a tutela del patrimonio naturale, nessuno si sogna di concedere, se non andando incontro all’abuso.
Chi diffonde i sopraddetti comunicati continua a confidare quindi negli enti territoriali inferiori di governo che dimostrano ancora scarsa competenza o disinteresse per la cura del patrimonio naturale.
Se le future generazioni, come vogliono le leggi, potranno continuare a godere delle bellezze naturali di Capo Feto, si sappia che il merito è di quei cittadini mazaresi che hanno sempre reclamato: o l’istituzione di una riserva naturale che escluda tutte queste ed altre attività impattanti o l’eliminazione dei vincoli protezionistici.
Ass.ne Pro Capo Feto
Federazione Nazionale Pro Natura