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Condanna spese pazze all’Ars, Marrocco: “Non mi arrendo”

In un lungo post su Facebook la reazione dell'ex deputato regionale

Dopo la condanna a tre anni per peculato nell’ambito del processo sulle cosiddette “spese pazze” all’Ars, ieri l’ex deputato regionale Livio Marrocco ha affidato a un lungo post su Facebook la sua reazione. Ecco cosa ha scritto:

Ho respirato un pó prima di scrivere.
Non posso nascondere la enorme delusione di oggi. Dopo 8 anni in cui sono riuscito a smantellare l’impianto accusatorio da 290.000€, pensavo che le prove e le carte portate in processo avessero sgombrato ogni dubbio. Sono certo di avere svolto il mio incarico con la massima correttezza. Ripeto ancora una volta che le spese che mi sono state contestate sono tutte relative a esborsi dal mio conto corrente personale. Questo processo è stato basato in buona parte sulle ricevute delle spese che venivano conservate da me e da alcuni altri deputati scrupolosi. Ma erano conteggi di somme uscite dal mio conto personale. Ribadisco che non ho mai compilato alcuna richiesta di rimborso né documenti simili.
Prendo atto che le somme che mi vengono contestate si sono ridotte nel corso degli anni dagli originari 290.000 dell’avviso di garanzia, ai 15.000 della richiesta di rinvio a giudizio, ai 5.200 circa del decreto che dispone il giudizio, ai 3.961 della condanna di oggi. Leggeremo le motivazioni e faremo appello. Confido di proseguire in questa direzione e dimostrare, alla fine, di non avere commesso alcun illecito.
Sono fiaccato, deluso, incazzato, ma non demordo! Non mi arrendo!
Una persona onesta ha dalla sua la ragione!

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