È durato circa 7 ore ieri il lavoro dei carabinieri all’interno della casa in via Pirandello abitata fino a qualche anno fa da Anna Corona. I militari dell’Arma, giunti poco prima delle 13, sono andati via alle 20 dopo aver ispezionato l’appartamento posto al piano superiore e una cisterna per l’acqua posta a pianterreno in uno dei garage di pertinenza dell’immobile. Un lavoro certosino al quale hanno preso parte nel pomeriggio anche i vigili del fuoco e i pompieri del reparto speleologi alpino-fluviali. L’immobile non è stato sottoposto a sequestro e non sappiamo se sia stato trovato qualcosa di utile per le indagini riaperte sul rapimento di Denise Pipitone avvenuto il 1° settembre 2004. Una giornata comunque importante e di attesa per eventuali novità che ha di fatto confermato come la procura di Marsala sia tornata a indagare sul caso a distanza di quasi 17 anni dopo le ultime rivelazioni emerse nelle settimane e giorni scorsi e riportati dai media sulla ribalta nazionale. L’accertamento nella ex casa di Anna Corona è stato condotto dai carabinieri della sezione investigazioni scientifiche, del comando provinciale di Trapani e della stazione di Mazara del Vallo, per verificare lo stato dei luoghi e se sono stati effettuati lavori edili all’interno. Nel dettaglio, l’accertamento ha riguardato l’eventuale esistenza di lavori in muratura sospetti a seguito di una segnalazione non anonima fatta da qualcuno. La notizia dell’ispezione ha fatto rapidamente il giro della città e ha colto di sorpresa anche i genitori di Denise, Piera Maggio e Pietro Pulizzi, che non sapevano nulla di tali novità e le hanno apprese dalla stampa.