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Coronavirus, lettera di una studentessa mazarese fuori sede

La studentessa mazarese studia da due anni a Torino

mi chiamo Samuela Balistreri e vivo a Torino da due, originaria della splendida Mazara del Vallo.
Scrivo questa mail con estrema sincerità,perchè ho bisogno di parlare di ciò che ad oggi forse viene troppo sottovalutato: la vita di uno studente fuori sede. Sono una ragazza di 21 anni che vive fuori, sono sempre stata molto attenta allo studio e perciò i miei genitori anche se non benestanti hanno deciso di farmi studiare nella facoltà che ho scelto di intraprendere conoscendo le difficoltà della stessa visto che sutdiando una facoltà che incontra Giurisprudenza e l’Economia c’è un bel pò di carne al fuoco ma nonostante tutto impegnandomi sempre al massimo. Sono 5 lunghi mesi che non vedo la mia famiglia, mio padre vive da solo e ha un enorme carenza di affetto da parte mia in quanto non vive più con mia madre da circa 1 anno. Ha subito un operazione molto lunga e pericolosa l’anno scorso e saperlo lontano da me anche quest’anno è un dolore, proprio ora che la situazione è ancora più dura. Da persona diligente non ho pensato minimamente di unirmi al masso di gente che a Marzo è partita, scambiandosi i biglietti pur di tornare al Sud, gettandosi sui vagoni come se fossimo in guerra. Sono rimasta a Torino, soffrendo in silenzio la distanza e studiando. Sto seguendo i corsi e fra poco inizierà la sessione estiva e mi sto preparando agli esami.
Vorrei solo dire ciò che penso con estrema delicatezza, non volendo nè farvi provare pena nè sembrare prepotente. Le spese sono difficili da affrontare, visto che purtroppo la situazione economica della mia famiglia è come quella di tanti ragazzi che come me che hanno un sogno nel cassetto e i genitori fanno il possibile per esaudirlo mettendo da parte qualcosa che farebbe anche a loro comodo.
Domenica ho sentito attentamente il telegiornale,mi sono documentata fino a stamani per avere delle informazioni per questa “porzione di società” che forse viene dimenticata. Mi ero convinta a fare un biglietto per il 17 maggio 2020 per tornare giù, comunicando in futuro al mio medico il mio ritorno per eventuali controlli che personalmente ritengo importantissimi. Vorrei capire insieme a Voi che gestite la situazione se ci sarà la possibilità di riabbracciare la mia famiglia perchè forse non è facile immaginare una parte di popolazione che si trova lontana, fra mille tazze di caffè, tanti appunti e libri da leggere senza aver nessuno intorno che riesce a confortarti: mamma e papà. Non si smette mai di averne bisogno e continuando così non sappiamo nemmeno quando potremmo ricongiungerci. Siamo vincolati qui a data da destinarsi,spendendo denaro in una città non nostra. Immaginate quanto possa essere bello respirare i ricordi della vostra infanzia? Rivedere la vostra città dopo mesi. Ogni volta che salgo sull’aereo per tornare provo un tonfo allo stomaco e spesso mi emoziono per non dirvi di quando affacciandomi vedo il mio amato mare. So bene che la situazione italiana è precaria, che volete solo arginare la situazione ma vorremmo avere più sicurezze, sapere se effettivamente la situazione rimane arginata e fino a che periodo, perchè la situazione è difficile, addolora molti di noi e vivere in una “nell’incertezza” non è facile. Nella speranza di una risposta vi porgo i miei più Cordiali Saluti

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