Leonarda Gallo, dai mazaresi detta “Narduzza”, nasce a Mazara del Vallo il 6 febbraio del 1927, primogenita di tre sorelle. Dopo un periodo di indifferenza nei confronti della fede, convertitasi ad una visione nuova della vita secondo la spiritualità evangelica, si dedica con entusiasmo e passione all’apostolato e al servizio verso gli altri. Superato il Concorso Magistrale, si inserisce nel campo scolastico dove per diversi anni profonde le migliori energie. Milita nell’Azione Cattolica e dal 1949 al 1966 riveste incarichi di responsabilità nella Giunta Diocesana nella qualità di Presidente della Gioventù Femminile. Aderisce all’ AIMC, Associazione Italiana Maestri Cattolici e ne diventa Presidente diocesana. Grazie al suo contributo creativo e al suo impegno coinvolgente, l’Associazione registra in quegli anni un notevole incremento di iniziative e di adesioni. L’amore per gli altri e per il suo territorio la spinge ad una fattiva presenza anche in campo politico. In un momento turbolento della vita politica locale, viene eletta Consigliere Comunale tra le fila della Democrazia Cristiana e, come tale, si spende molto per riportare la politica nell’alveo della corretta dialettica democratica. Nell’ Ottobre del 1966 compie una scelta di vita ancora più radicale: messasi in aspettativa dall’insegnamento, parte missionaria laica in Algeria, rispondendo all’appello dei Vescovi che chiedevano collaborazione per la soluzione dei tanti problemi economici, sociali e culturali in cui si era venuto a trovare il popolo algerino all’indomani dell’indipendenza. Rientrata in Italia negli anni ‘70, riprende con rinnovata energia l’insegnamento e l’impegno nel volontariato. Sentiamo le parole di Narduzza sulla nascita del Movimento per la vita a Mazara: “Avevo ancora viva nel cuore l’esaltante esperienza degli anni di volontariato in Algeria, dove alla scuola dei poveri ho imparato più che in tutti gli altri anni della mia vita, quando una sera della primavera del 1981, ascoltando distrattamente il telegiornale, appresi la notizia del referendum sull’aborto. In quel tempo avevo interrotto ogni attività per assistere mio padre gravemente ammalato. Ma quella notizia non mi lasciò indifferente. La mattina dopo, come se fossi sollecitata a farlo, mi recai dal Vescovo per sapere se in diocesi era iniziata una mobilitazione in difesa della vita: volevo anch’io dare una mano. Il Vescovo, piuttosto amareggiato, mi disse che fino a quel momento nessuno si era fatto avanti e paternamente mi esortò a prendere io l’iniziativa. Io esitai, sia per la mia situazione familiare, sia perché non mi sentivo capace. Alla fine mi arresi, uscendo dal vescovado ebbi la sensazione di essermi imbarcata in un’avventura che non avrebbe avuto più fine. E fu così”. Leonarda, si mette subito in contatto con il nascente Movimento per la Vita Italiano, e partecipa alle numerose attività e fa parte per un periodo del direttivo nazionale. A Mazara del Vallo si prodiga per formare la prima associazione siciliana del Movimento per la Vita. La sua azione si indirizza sia a costruire una cultura di vita, intervenendo soprattutto a favore delle mamme in attesa confuse, mal consigliate, lasciate sole in un momento di difficoltà, sia a contrastare la dilagante cultura di morte che nega ad un bambino il diritto a venire alla luce. Narduzza diventa il “motore” che convince, conquista, “arruola”. Il suo progetto si concretizza il 6 novembre del 1983 con la nascita ufficiale a Mazara del Vallo del Movimento per la Vita, ad opera di 50 soci che ne sottoscrivono l’atto normativo. Il MpV inizialmente, non aveva una sede propria e si riuniva ora nello studio del Presidente, ora in qualche casa. Ed ecco che Narduzza vende il suo appartamento e con i proventi ricavati, compra e ristruttura un immobile in via Abate Calia, ereditato insieme alle due sorelle. Qui trasferirà il suo domicilio, qui avranno sede il Movimento per la Vita, il CAV (Centro di aiuto alla vita) che, operante già nel 1987, si costituirà ufficialmente il 26 novembre del 1991 e la Casa di accoglienza per ragazze-madri, rifiutate dalla famiglia o abbandonate dal partner. Tutto l’immobile viene successivamente donato alla fondazione “Vita Nova”, opera del Movimento per la Vita Italiano che li concede in comodato d’uso al Centro di Aiuto alla Vita di Mazara. In 30 anni di attività il CAV di Mazara del Vallo ha aiutato centinaia di mamme offrendo loro amicizia, solidarietà, aiuto economico, assistenza specialistica e ha contribuito a far nascere più di 600 bambini. Per espressa volontà di Narduzza non è stato mai chiesto alcun finanziamento pubblico: Movimento, CAV e Casa di accoglienza si autofinanziano con le generose offerte in denaro e con l’impegno dei volontari, dei numerosi amici e simpatizzanti.