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Messina Denaro, sale a 4 il numero dei presunti favoreggiatori arrestati. In carcere Tumbarello e un altro Andrea Bonafede

Gli arresti eseguiti dai carabinieri del Ros

Sale a quattro il numero delle persone arrestate per aver, a vario titolo, favorito e coperto la latitanza del boss castelvetranese Matteo Messina Denaro. Dopo Giovanni Luppino e il geometra Andrea Bonafede ieri, infatti, i carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti del 70enne medico campobellese Alfonso Tumbarello e del 53enne dipendente comunale Andrea Bonafede (quest’ultimo omonimo e cugino del primo Andrea Bonafede arrestato). A firmare il provvedimento è stato giudice per le indagini preliminari di Palermo, Alfredo Montalto, su richiesta della procura del capoluogo siciliano. Nel dettaglio, Tumbarello è accusato dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico, mentre Bonafede deve rispondere favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravate dall’aver favorito Cosa nostra. Nelle 32 pagine dell’ordinanza che ha portato i due presunti favoreggiatori in carcere, gli inquirenti hanno raccolto tutte le prove e gli indizi a sostegno della tesi accusatoria. Secondo la procura, Tumbarello avrebbe saputo perfettamente di avere in cura Messina Denaro, che negli ultimi anni ha utilizzato l’identità del geometra Andrea Bonafede. In particolare, Tumbarello avrebbe assicurato l’assistenza sanitaria al boss malato firmando 137 documenti, tra ricette per l’acquisto di farmaci e richieste di esami clinici. Il medico avrebbe perfino visitato personalmente il boss. Gli inquirenti non hanno creduto alla tesi difensiva del medico, che ha sempre negato di essere a conoscenza della vera identità di Messina Denaro. I carabinieri, però, avrebbero raccolto prove e indizi che smentirebbero tale circostanza. Da qui, la richiesta di arresto avanzata al gip. Il 53enne Andrea Bonafede, invece, è accusato di aver ritirato e consegnato per conto di Messina Denaro le prescrizioni dei farmaci e delle visite mediche falsamente intestate al suo omonimo.

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