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Messina Denaro, si apre il “capitolo” mazarese della latitanza. Arriva il primo fermo

Come avevamo anticipato ieri, ha dato esito positivo l’imponente attività messa in piedi per tutto il giorno di ieri da polizia e carabinieri nel complesso residenziale di via Castelvetrano, a Mazara del Vallo, a caccia di un covo del defunto boss Matteo Messina Denaro. Le forze dell’ordine hanno infatti trovato un appartamento (vuoto) e un garage (con un letto e altro) che sarebbero stati in passato a disposizione del boss. E su disposizione della procura è stato anche eseguito un fermo nei confronti del proprietario del box: il 49enne mazarese Giuseppe Di Giorgi, che adesso deve rispondere dei reati di detenzione illegale di arma, favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. All’uomo, la cui abitazione è stata sottoposta a perquisizione, è contestato anche il reato di detenzione illegale di arma perché in casa deteneva una pistola non registrata. Per l’accusa, Di Giorgi avrebbe messo a disposizione dell’ex latitante un garage trasformato in un appartamentino, scoperto ieri mattina dagli inquirenti durante le perquisizioni, e tenuto illegalmente in casa una pistola con 50 proiettili di cui uno in canna. Nei giorni scorsi, come riporta l’Ansa, gli inquirenti sono arrivati al complesso di via Castelvetrano scoprendo che una delle chiavi sequestrate al capomafia dopo il suo arresto e un’altra, trovata a Lorena Lancieri (girà arrestata nei mesi scorsi) aprivano il cancello di ingresso dell’area condominiale. La circostanza ha indotto i pm a disporre, ieri, la perquisizione dei garage e degli appartamenti del condominio. Nel corso delle attività carabinieri del Ros e polizia hanno accertato poi che la serratura di due dei garage, direttamente collegati uno all’altro, uno nella disponibilità di Di Giorgi e l’altro di un suo parente, veniva aperta da altre due chiavi, una sequestrata dopo l’arresto a Rosalia Messina Denaro, sorella del boss, e l’altra sequestrata ad Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità all’ex ricercato. Secondo gli inquirenti, i due garage collegati sarebbero stati per Messina Denaro luoghi sicuri e insospettabili in cui nascondere documenti e corrispondenza. All’interno dei box, in cui erano stati allestiti una stanzetta da letto e un cucinotto, sarebbe stato trovato materiale interessante per gli investigatori. Dopo la scoperta del box la perquisizione si è estesa a casa di Di Giorgi dove è stata trovata una pistola Walther perfettamente funzionante, mai denunciata, nascosta nella cabina armadio tra i vestiti. Accanto all’arma c’erano anche le munizioni. Agli inquirenti l’uomo avrebbe raccontato di aver trovato la pistola in strada e di averla portata a casa. Per i pm, il latitante avrebbe avuto la disponibilità e la possibilità di accedere in via riservata all’area parcheggio del complesso immobiliare e a uno dei garage grazie all’aiuto di Di Giorgi che, oltre a mettergli a disposizione il box, avrebbe custodito, per suo conto, l’arma da fuoco e i proiettili pronti all’uso.

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