Sarebbe stata la minaccia con una pistola, o con l’avvertimento di estrarre una pistola, nei confronti di un operaio il presunto episodio grave alla base della decisione della ditta Metalwood di abbandonare repentinamente il cantiere di lavoro sul ponte Arena di Mazara del Vallo. A parlarne pubblicamente ieri, nel corso di un collegamento telefonico con l’emittente Latr3, è stato il commissario straordinario del Libero consorzio comunale di Trapani, Raimondo Cerami. Un episodio per il quale sarebbe stata presentata denuncia presso la locale compagnia dei carabinieri e che, se fosse effettivamente accaduto, sarebbe di una enorme gravità. Un episodio eclatante che avrebbe seguito di pochi giorni l’incendio probabilmente di natura dolosa che ha interessato la piattaforma gru della ditta all’interno del cantiere e altri momenti di tensione verificatosi al ponte e tutti, a quanto sembra, puntualmente denunciati alle forze dell’ordine. Indagini sarebbero in corso e ci si augura si possa fare chiarezza su tutto quello che è avvenuto in questi mesi. Secondo quanto dichiarato ieri da Cerami, e affermato oggi in un comunicato stampa, a seguito di tali episodi gli operai della ditta hanno deciso di licenziarsi temendo per la propria incolumità e l’azienda ha deciso di abbandonare il cantiere. Ma non solo. Nella nota odierna dell’ex Provincia si legge anche che la Metalwood non ha intenzione di tornare ma, anzi, di “risolvere il contratto in essere, a causa della reiterazione di gravissimi fatti intimidatori compiuti ai danni degli operai che stavano lavorando sul ponte nonché del danneggiamento doloso di una gru che si trovava all’0interno del cantiere”. La ditta avrebbe riferito al Libero consorzio che gli operai hanno subito “gravissime minacce di morte”. Il commissario Cerami ha già chiesto alla direzione dei lavori una dettagliata relazione, che intende utilizzare “a supporto dell’incontro urgente che verrà immediatamente richiesto al prefetto di Trapani per esprimere le forti preoccupazioni da parte di un ente pubblico che non può vedere vanificati tutti gli sforzi compiuti fin qui con l’unico obiettivo di perseguire l’interesse pubblico”. Infine Cerami, che ha espresso amarezza per quanto accaduto, si augura che “dal vertice in prefettura, con la presenza di tutti gli attori a vario titolo coinvolti, possa trovarsi la soluzione per mettere in sicurezza l’incolumità dei lavoratori e per consentire al Libero consorzio di restituire alla comunità mazarese un’opera completa e sicura”. Al di là di tutto e alla luce di tutti questi episodi resta una domanda: chi o cosa potrebbe avere interesse a che i lavori sul ponte non finiscano o che il ponte stesso non riapra?