E’ andato male il ricorso presentato al Tar Sicilia dal Comune di Mazara del Vallo contro la Regione sulla vicenda della revoca del finanziamento per il complesso immobiliare San Carlo Borromeo. Con sentenza pubblicata ieri, infatti, i giudici amministrativi della terza sezione di Palermo hanno bollato come inammissibile il ricorso depositato da Palazzo dei Carmelitani, per l’occasione difeso e rappresentato dall’avvocato mazarese Walter Marino. In pratica, il ricorso non andava presentato al Tar ma la vicenda deve essere giudicata dalla giustizia ordinaria. Così, al momento resta efficace la revoca del finanziamento di 1 milione e 700 mila euro decisa nei mesi scorsi dall’assessorato per la famiglia visto e considerato che nonostante i soldi siano stati concessi nel lontano 2010 la struttura oggi sia ancora chiusa. “Il ricorso è inammissibile per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo”, si legge nella sentenza, poiché riguarda “la revoca di un contributo per fatti successivi alla concessione del beneficio e alla fase esecutiva del rapporto”. Dunque, in sostanza si è perso tempo e adesso il Comune mazarese dovrà rivolgersi alla giustizia ordinaria per tentare di non perdere e dover restituire ben 1 milione e 700 mila euro. Come si ricorderà, il finanziamento venne ottenuto dall’allora amministrazione comunale guidata da Nicola Cristaldi. Inizialmente i fondi a disposizione erano oltre 3 milioni ma a seguito di una variante predisposta dal comune nel 2014 la somma si ridusse a poco più di 1,7 milioni. I lavori sono stati completati nel 2017 ma finora la struttura è rimasta chiusa. Nel marzo 2019 l’amministrazione chiese un cambio di destinazione d’uso del complesso. Il successivo mese di maggio (nel frattempo si è insediata la nuova amministrazione guidata da Quinci) una delegazione della Regione è venuta a Mazara e ha verificato di presenza la mancata entrata in funzione della struttura. Passano alcuni mesi e lo scorso 11 settembre 2020 viene avviato ufficialmente il procedimento di revoca del finanziamento. Il Comune ha cercato in due occasioni, prima di fare ricorso al Tar, di fornire giustificazioni e osservazioni che però non sono state sufficienti e dichiarate “inaccettabili” per interrompere il procedimento di revoca. Cosi si è arrivati all’epilogo finale che adesso si arricchisce di un ulteriore tassello.(riproduzione riservata)